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義大利crimine怎麼讀

發布時間:2022-05-09 11:18:05

Ⅰ Crimine怎麼念是義大利語

[kr'imine]克力米耐,重音是在ri上,r要發義大利語的顫舌音

Ⅱ 周傑倫《以父之名》中間女高音部分是哪國語音譯怎麼發音

那是義大利語歌詞,朋友你對這個也感興趣嗎?那個是歌劇揀選段落,其實,全部唱段在下面.

Micro è freddo,ottiene bagnato i vestiti che convenzionali neri ilcircuito di pietra dell'anodo ha il padre della nebbia umile citare mala coscienza soltanto può essere più brutale tutti per passare?? lastrada del corridoio non può scaricare la nebbia è stata nascostal'intenzione che cammina delicatamente lentamente e gli ancoraggi dipunto inoltre senza abbastanza cries di tempo la pallottola che hapassato il throughto trasportano aimlessly fuori la temperatura lanostra ogni gente è tutta colpevole sta commettendo il criminedifferente posso decidere che chi è la destra che dovrebbe desiderareil sonno profondo la discussione non può risolvere dentro per sempresenza interruttori di notte di limiti fuori della vostra bontà dellabocca soltanto lascia stare è tutto il colpevole nella genteanteriore il rammarico inoltre non ha nome di LU Ketui della decisionedal padre che la sensibilità non ha soddisfatto il glossario gradiscei sorrisi mentre cate la rottura staring al nero completo impediscela tragedia ha sparso la tragedia per potere lasci il mesink è bevutoabbassa i baci della testa la mia mano sinistra riceve nello scambiol'impegno che perdona l'organo obsoleto del tubo in serraformecontinuamente continuamente continuamente accompagna la tenda neradella tenda è spostato dal vento la luce solare non ha lapenetrazione di parola spruzza è addomesticata a quella folla da medopo la bestia le urla di silenzio il silenzio per urlare gli iniziodi Lonelily per fermentare non arresta gli ossequi me a ridicule iltempo delicato di apparenza crudele delicata una volta puradell'immagine delle ustioni di ricordo graalmente preghiamo insiemeil padre benevolo sono cato nel non posso in vedere il crimine lacondizione vogliate perdonare mio essere fiero nessuno può direnessuno può dire che buon è difficile sostenga il glory dietroincide sta essendo insieme solo chiude entrambi gli occhi I per vederelo stesso anno che l'immagine di sogno il cielo è la nebbia che mistyil padre sta tirando le mie entrambe le mani delicatamente attraversala mattina in anticipo che il circuito di pietra pacifico dell'anodoperdona prego mio mio essere fiero incide sta essendo insieme solo

Ⅲ Come non detto歌詞 義大利語

Parole de Come Non Detto:

(Feat. Ghemon)

Come la prima bugia
Che sta sotto un letto
Che poi è come uno scrigno
E nulla è mai protetto

Come in un gioco d』azzardo
In cui neghi tutto o niente
E non ci sono sentimenti

In un mattino senza sole, senza sosta
Tutte le cose buone non le ricordi e basta
Una mattina dentro un bar, nell』ultimo tavolo
Un caffè, un silenzio, quanto ti costa

Come non detto, ci pensano i tuoi occhi
Come non detto, non serve che mi tocchi
Come non aver detto niente, tanto la verità
Ha il profumo del tuo cuore

Come non detto, ci pensano i tuoi occhi
Come non detto, non serve che mi tocchi
Come non aver detto niente, tanto la verità
Ha il profumo del tuo cuore

Come non detto
Tutte le volte che ti ho detto va bene, cancella e fai così
Come non detto
Tutte le svolte, le strade, per stare assieme e poi riperdersi
Come non detto
Non conta l』arrivo, conta il cammino, l』hai capito tardi
Come non detto
Ma la vita è dal vivo, finisce il sogno e ci si sveglia grandi

La seconda bugia che ti porti ancora addosso
Non ti serve uno scrigno per coprirti adesso
Quelle sere in cui ti ho visto
Sempre dietro ad un filo
con quel ghigno fuori posto e quel passo furtivo

Come un piccolo falsario, infondo a un vicolo
e nessuno cascherà in un crimine così ridicolo

Come non detto, ci pensano i tuoi occhi
Come non detto, non serve che mi tocchi
Come non aver detto niente, tanto la verità
Ha il profumo del tuo cuore

Vedi che è sempre tutto un progetto aperto
Non siamo nè la figlia modello nè il figlio perfetto
Le scelte di cuore le prendo di petto, le pezze a colori
La perfezione è solamente un concetto

L』amore che lega o l』amore che ti nega
Come una pietra al collo e il peso che ci annega
Una pagina di vita che prende la sua piega
Mentre provi a parole ma l』amore non si spiega

Come non detto, ci pensano i tuoi occhi
Come non detto, non serve che mi tocchi
Come non aver detto niente, tanto la verità
Ha il profumo del tuo cuore

Come non detto, come non detto...

Ⅳ 求一篇義大利語作文

La violenza

Chi quotidianamente vive in quella vasta area che è denominata Occidente e magari si informa, legge o guarda la tv, ha la sensazione di essere circondato da un mondo estremamente violento. Una sensazione che gli esperti ritengono fallace: altre epoche hanno conosciuto, secondo gli studiosi di scienze sociali, violenze più efferate e più frequenti e mai il mondo è stato così sicuro come adesso.
Eppure, nonostante l'alto livello di civilizzazione, forse proprio a causa di questo, ci sentiamo insicuri e minacciati.

A mio avviso, le nostre aspettative di sicurezza sono aumentate, così come il desiderio di conrre una vita lunga e piacevole.
E d'altra parte la fine delle ideologie, l'indebolimento delle fedi religiose, quella che viene denominata la secolarizzazione del mondo, fanno sì che ci sentiamo piuttosto disorientati nei confronti delle norme e dei valori da abbracciare rante l'esistenza. Tutti finiamo per orientarci ad un edonismo spicciolo, ad una ricerca ossessiva del piacere e del divertimento immediati, ai soldi, alla carriera, al potere.
Sentiamo che la vita è quella che viviamo adesso, qui, sulla Terra; le promesse di una giustizia divina dopo la morte, della beatitudine raggiungibile in mondi ultraterreni ci sembrano aleatorie.
"Se Dio non esiste, tutto è permesso" diceva Dostoevskij.
E perciò tendiamo a rimuovere, con un'aggressività che a volte sconfina nel crimine, ogni ostacolo che si frappone alla realizzazione dei nostri desideri.
Queste sono secondo me le radici più evidenti della violenza quotidiana.
Esistono tuttavia altri motivi, più oscuri e sotterranei, ma non per questo meno potenti.
Per esempio, il fatto di vivere in società sempre più solitarie ed anonime, di essere soggetti ad un potere sempre più impersonale, che ci fa sentire di frequente inermi e impotenti. La burocratizzazione della vita, che pure è spesso necessaria per l'ordine e l'organizzazione statuale, ci disumanizza, quando non ci schiaccia (si legga la narrativa di Kafka), il potere economico (le lobby, le multinazionali, ecc.) ci rende un numerino insignificante nella grande equazione dell'economia mondiale. Basta un niente, una crisi passeggera, una ristrutturazione aziendale e di colpo siamo estromessi, reietti, perdenti.
Inoltre, secondo me, la violenza prospera su un terreno di eccessiva tolleranza maturato in alcuni ambienti religiosi e intellettuali. Per cui il criminale gode di eccessive giustificazioni, si cerca sempre un alibi alle azioni più riprovevoli, che so: i traumi infantili, l'esclusione sociale, la famiglia, la scuola, la società. Non che questi alibi siano del tutto falsi, soltanto che ciascuno di noi deve essere chiamato a rispondere, a sentirsi responsabile delle proprie azioni. Altrimenti non si spiega, come, date le medesime circostanze, c'è che delinque e chi no.
Il concetto di "responsabilità" deve tornare a far parte del vocabolario delle società occidentali. Ed anche quello di "repressione". La società, chi è preposto all'ordine pubblico, non può tollerare i comportamenti violenti, anche quelli di minore entità. Anzi si è visto che la politica della "tolleranza zero" negli Stati Uniti ha dato ottimi risultati. Le teorie "idrauliche" sul comportamento umano, forse hanno fatto il loro tempo. Comprimere, coartare la violenza non significa renderla più esplosiva e pericolosa.

Certamente la repressione non basta. Difendersi dai delinquenti non è l'unico mezzo per bonificare la società. Occorre intervenire soprattutto nella fase ecativa, nella scuola, in famiglia, nelle agenzie di socializzazione in genere, affinché i comportamenti violenti e prevaricatori vengano scoraggiati, puniti, messi alla gogna. La scuola, ad esempio, ha tollerato (e tollera) il cosiddetto "bullismo". Bisogna avere il coraggio di trasmettere valori etici ed estetici diversi dalla sopraffazione dell'altro. Bisogna che la società, in genere, smetta di premiare i comportamenti violenti.
Ed è necessario, altresì, arginare e rirre le ingiustizie e le ineguaglianze sociali, mitigare le situazioni di sofferenza e povertà.

E bisogna anche rendersi consapevoli che la violenza, essendo una delle possibilità dell'essere umano e del suo comportamento, potrà essere arginata, ma mai eliminata del tutto e che la vita di ciascuno di noi, malgrado le sempre maggiori sicurezze, continuerà ad essere una faccenda rischiosa.

La difesa dell'ambiente

Tra le esigenze più sentite dall'uomo contemporaneo c'è quella di vivere in un ambiente salubre ed esteticamente piacevole.
Si tratta di soddisfare i bisogni di sopravvivenza e di conservazione, ma anche di placare il proprio desiderio spirituale di bellezza.

La rivoluzione instriale, se da un lato ha migliorato il tenore di vita di ampi strati sociali altrimenti esclusi dalla fruizione di tutta una serie di beni e servizi, ha dall'altro creato degli squilibri nell'ecosistema globale. E il liberismo sfrenato, da molti auspicato in economia come catalizzatore di sicuro progresso, minaccia di prorre danni ancora più terribili.

Le metropoli, troppo densamente abitate, sono già oggi invivibili; i centri urbani del mondo sviluppato sono soffocati da un traffico ingovernato e folle, dallo smog che impedisce di respirare, dalle esalazioni instriali che a volte minacciano da vicino i cittadini; le acque, spesso usate senza razionalità e rispetto cominciano già a scarseggiare, quando non sono avvelenate da ogni sorta di veleno prodotto dalle lavorazioni instriali e dai consumi domestici o inquinate da microrganismi patogeni, il cui sviluppo è dovuto ad uno sviluppo prottivo non armonioso.

L'utilizzo di fonti fossili di energia, petrolio e carbone soprattutto, proce come sottoprodotto l'immissione nell'atmosfera di biossido di carbonio (CO2), un gas che contribuisce ad aumentare l'effetto serra, quindi il riscaldamento terrestre, fonte, secondo molti studiosi, di cambiamenti climatici catastrofici.

Il disastro ecologico determinato dal cambiamento radicale della prozione e dell'economia, ha determinato come reazione, un movimento di idee critico verso la civiltà instriale. Il filone principale di questa ideologia antinstriale è rappresentato dal marxismo e da tutte le sue ramificazioni ideologiche novecentesche. Il movimento ecologista, che oggi raccoglie in qualche modo l'eredità di questo pensiero critico radicale, ha rinunciato beneficamente a molti massimalismi e fondamentalismi ideologici (e ad altri sarebbe bene rinunciasse) e si è andato invero stemperando in un un movimento variegato, dalle molte anime, ma con un obiettivo comune: garantire all'uomo la vita nell'ecosfera, la più armoniosa e salubre possibile.

Qualsiasi intervento parziale, settoriale, locale sull'ambiente ha, secondo me, scarse probabilità di successo.
Sempre più va profilandosi la necessità di intervenire sul modo di prorre, nell'impedire quelle lavorazioni che, come sottoprodotti generano veleni pericolosi per l'uomo, nel cercare delle fonti di energia il più pulite possibile.

Non si tratta di predicare un'austerità ideologica fine a se stessa; tutti, credo, vogliamo continuare a godere degli agi e delle comodità che il mondo contemporaneo ci offre copiosamente. Si tratta, però, di molare meglio, in maniera più concertata e razionale, le attività economiche, di garantire quello "sviluppo sostenibile", invocato dalle autorità mondiali più illuminate, che permetta di soddisfare non soltanto i nostri bisogni, ma anche quelli delle generazioni future.

Il ruolo di regolatore deve essere ripreso dallo Stato o da quegli organismi sovranazionali che ne hanno l'autorità. E' necessario che le istituzioni riacquisiscano il loro ruolo, cui troppo frettolosamente avevano abdicato, di arbitri del mercato e della vita economica, con troppa euforia e superficialità lasciati nelle mani della pur necessaria iniziativa, intelligenza e lungimiranza dei singoli.

Lo Stato, o chi per lui, deve fissare delle regole da rispettare e stabilire con chiarezza cosa è lecito e cosa è illecito.
La cosiddetta "mano invisibile", benefica regolatrice di ogni cosa, è ormai un'utopia a cui credono in pochi.
Sull'uomo contemporaneo urgono e incombono, come già detto, le gravi responsabilità nei confronti delle generazioni future.
Superare il narcisismo egotista del massimo piacere e divertimento da realizzare nel presente immediato significa dirigere il nostro pensiero al benessere dei nostri figli e nipoti, consegnare loro, in una ipotetica e ideale staffetta, un pianeta vivibile.

Non solo; significa tutelare il patrimonio urbanistico, architettonico e artistico delle nostre città, così piene di storie e di cultura.
Soddisfare il nostro senso estetico e permettere che le testimonianze più alte delle civiltà che ci hanno preceto siano accessibili anche alle generazioni future.

Per ottenere questi importanti obiettivi, c'è bisogno si diffonda in maniera sempre più capillare, e massimamente in coloro che amministrano e governano, una sensibilità e una cultura che anziché alla quantità, siano orientate alla qualità.

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